E’ una revisione che potrà avere un impatto decisivo nel quadro della sanità italiana quello pronunciato dall’Aifa nei giorni scorsi. L’Agenzia italiana del farmaco ha infatti specificato che la cosiddetta pillola del giorno dopo, su cui tanto si è discusso negli ultimi anni, non è un medicinale abortivo, bensì un contraccettivo di emergenza. La differenza ad un primo sguardo può apparire quasi irrilevante ma tra i due concetti esiste una linea di demarcazione ben precisa e la differenza è sostanziale. La correzione della scheda tecnica del farmaco Norlevo, a base di Levonogestrel, è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale del 4 febbraio: la dicitura “il farmaco potrebbe anche impedire l’impianto (dell’embrione, ndr)” viene sostituita da “inibisce o ritarda l’ovulazione”. Si tratta di una precisazione importante, poiché in passato siamo venuti a conoscenza di tante, troppe storie di disapplicazione della legge 194 e di “contraccezione negata” a donne che si sono viste rifiutare la prescrizione di questo farmaco in nome dell’obiezione di coscienza. E’ infatti allarmante la frequenza con cui l’obiezione viene utilizzata illegittimamente per mettere in discussione i diritti che le donne hanno conquistato. La correzione operata dall’Aifa qualifica ufficialmente la pillola del giorno dopo come contraccettivo di emergenza, eliminando così ogni possibilità di utilizzare l’alibi dell’obiezione di coscienza per rifiutarne la prescrizione. In tal senso si era già espresso il Consiglio Superiore di Sanità e anche noi di Federconsumatori avevamo più volte sottolineato la natura contraccettiva e non abortiva della pillola stessa.
La correzione della scheda tecnica del farmaco è un primo passo. Ora è necessario intraprendere un vero e proprio percorso politico e istituzionale volto a tutelare le donne e i loro diritti, garantendo a tutte la libertà di scegliere.