Secondo i dati elaborati dal Ministero della Salute, nel 2011 in Italia i celiaci erano 135.800 celiaci. Nel 2008 erano 81.923, nel 2009 110.480 e nel 2010 122.482. E’ evidente, quindi, che il numero di nuovi casi di celiachia sta aumentando costantemente. Secondo stime recenti, le persone celiache corrispondono all’1% della popolazione generale ed è stato riscontrato che si manifesta nelle donne 3 volte più che negli uomini.
Ma in cosa consiste e da cosa è provocata esattamente questa patologia? La celiachia è una malattia permanente su base infiammatoria dell’intestino tenue (di cui viene distrutta la mucosa) provocata da una reazione autoimmune al glutine, cioè il complesso proteico contenuto in alcuni cereali come orzo, frumento, kamut, segale, farro, spelta, triticale e avena. Le conseguenze dell’assunzione di glutine da parte di soggetti affetti da celiachia innesca appunto l’infiammazione della mucosa del duodeno, provocando così un cattivo assorbimento dei nutrienti. La malattia può manifestarsi comunque attraverso vari sintomi e a qualsiasi età. La celiachia, di cui non sono ancora note le cause scatenanti, non è ereditaria, tuttavia è possibile ereditare la predisposizione genetica alla malattia stessa.
Ad oggi l’unica terapia possibile consiste nella completa e permanente eliminazione del glutine dalla dieta quotidiana. Occorre prestare particolare a questa regola, poiché il glutine non è solo presente negli alimenti come pane, pasta o pizza ma anche in molti altri prodotti elaborati industrialmente, poiché la farina di frumento, ad esempio, viene spesso utilizzata come addensante in salse e sughi e nella produzione di salumi, insaccati e piatti pronti. Pertanto è fondamentale controllare le etichette degli alimenti al momento dell’acquisto e verificare che riportino il marchio della “spiga barrata” (che indica appunto che si tratta di un prodotto adatto alla dieta senza glutine) o che comunque non contengano i cereali non permessi e che non siano stati contaminati dal contatto con altri cibi glutinosi. Ricapitolando, i celiaci possono consumare in totale sicurezza i prodotti dietetici specifici (quindi realizzati con materie prime naturalmente prive di glutine o degluteinizzate artificialmente) nonché tutti quei cibi che per loro natura non contengono glutine: tutte le verdure e tutti i tipi di frutta, carne, pesce, uova, riso e latte.
Il Sistema Sanitario Nazionale garantisce precisi diritti alle persone affette da celiachia: l’erogazione gratuita di alimenti privi di glutine entro un tetto di spesa mensile (per gli adulti la cifra è di 99,00 euro per le donne e 140,00 per gli uomini), la possibilità di avere pasti adatti alla dieta senza glutine nelle mense scolastiche e negli ospedali e l’esenzione dal pagamento del ticket per le prestazioni finalizzate alla diagnosi della malattia.